2.2 Il sistema attenzionale supervisore: un modello esplicativo dei deficit esecutivi?

Un’ipotesi esplicativa dei deficit esecutivi è offerta da Shallice e Baddeley.

Il loro costrutto si basa su un modello gerarchico di organizzazione dei processi cognitivi per cui passando dai centri più bassi a quelli più alti della gerarchia, le rappresentazioni cognitive diventano più generali, meno specifiche e situazionali. Sulla base di queste rappresentazioni di tipo “amodale”, la corteccia prefrontale svolgerebbe le sue funzioni di controllo cognitivo, di pianificazione e di organizzazione del comportamento.

L’Esecutivo Centrale (Baddeley) o Sistema Attenzionale Supervisore (Shallice) avrebbe  il compito di esercitare un controllo strategico sui processi cognitivi, dislocando selettivamente l’attenzione su un processo a spese di un altro, e di organizzare nel modo di volta in volta più efficace, le “subroutine” disponibili a livelli gerarchicamente più bassi

Secondo Shallice ed altri la corteccia prefrontale opererebbe proprio come un sistema supervisore, che non interviene nelle acquisizioni di queste subroutine e neppure nel loro consolidamento, bensì solo nel loro assemblaggio, che può essere diverso da momento a momento, a seconda delle necessità contingenti dettate dalla prestazione richiesta.

L’SAS avrebbe l’accesso alle rappresentazioni dell’ambiente, alle intenzioni dell’organismo, alle capacità cognitive, pur non operando tramite il  controllo diretto del comportamento, bensì modulando i livelli più bassi del sistema detto Contention-Scheduling (Sistema di Selezione Competitiva) con lo scopo di attivare ed inibire schemi routinari familiari quale può essere ad esempio il guidare la propria macchina. L’informazione percettiva accede quindi ad un sistema in cui sono rappresentate le possibili operazioni che l’individuo è in grado di compiere, le quali sono attivate in maniera differenziale. A questo sistema giungono anche le informazioni che provengono dall’interno dell’organismo e che contribuiranno anch’esse all’attivazione differenziale delle varie procedure. Le operazioni competono tra di loro in base a un meccanismo di selezione competitiva e l’informazione che raggiunge il massimo di attivazione, prevale sulle altre inibendole. L’operazione così selezionata verrà trasmessa alla memoria procedurale e verrà attivata la procedura specifica all’azione corrispondente all’operazione selezionata.

L’attivazione di specifiche operazioni da parte del Sistema di Selezione Competitiva avverrebbe in maniera automatica e non richiederebbe l’uso dell’attenzione:  il SAS può intervenire nel processo di selezione, alterandone il risultato, semplicemente modulando il livello di attivazione delle operazioni, prodotto dalle stimolazioni interne ed esterne.

Il  compito del SAS sarebbe dunque quello di esercitare un controllo strategico sui processi cognitivi, dislocando selettivamente l’attenzione su  processi e stimoli a spese di altri e su alcune informazioni depositate nella memoria a lungo termine rispetto ad altre. L’attività di modulazione del SAS si esplicherebbe anche attraverso un effetto di inibizione, grazie al quale l’attivazione di un’operazione può essere drasticamente ridotta.

Il SAS sarebbe coinvolto nella genesi delle azioni volontarie ed il suo intervento  richiesto nella situazione in cui la selezione delle routine di base da parte del Sistema di Selezione Competitiva fosse insufficiente, come nel caso di situazioni nuove per il soggetto, nel prendere delle decisioni o nelle situazioni di pericolo

Un deficit del funzionamento di questo sistema lascerebbe quindi il comportamento del paziente sotto il controllo unicamente del Sistema di Selezione Competitiva che, come si è detto, si occupa di gestire unicamente  le operazioni di routine. I parametri di attivazione dei vari sistemi dipenderebbero dall’entità del rinforzo che lo schema ha avuto durante lo sviluppo:  se in una prova o in un particolare momento, uno schema fosse fortemente attivato da uno stimolo “trigger”, questo continuerebbe ad essere attivato anche durante la prova successiva, a causa della rigidità del sistema. Questo è quanto si verificherebbe nella perseverazione mentre, al contrario, se la situazione stimolo non producesse una grossa attivazione dello schema d’azione o di pensiero, allora in assenza del SAS, il Sistema di Selezione Competitiva tenderebbe ad essere facilmente catturato da aspetti irrilevanti presenti nell’ambiente e da ciò deriverebbero l’attenzione automatica patologicamente intensificata, la forte distraibilità, il deficit dell’attenzione volontaria, il deficit nella formulazione e verifica delle ipotesi, nell’apprendimento dagli errori commessi e nel fornire risposte a situazioni nuove che si rilevano nelle disfunzioni esecutive.